La Gazzetta Liceale
I RAPPRESENTANTI D’ISTITUTO: 5 MESI DOPO
Sono passati ormai 5 mesi dalle ultime elezioni scolastiche che hanno visto trionfare i candidati delle liste Più Liceo Ceccano e Reazione Studentesca. Ricapitoliamo i risultati: - Filippo Di Stefano, 340 voti;
- Massa Francesco, 210 voti;
- Di Girolamo Andrea, 170 voti;
- Mastronicola Andrea, 92 voti.
Ebbene in questo articolo ho deciso di presentare un’intervista per fare un resoconto di questa prima metà di mandato. Sulle rispettive pagine social e durante l’assemblea d’istituto di presentazione, tutti i rappresentanti hanno esposto le loro idee e proposte per rendere la nostra scuola un posto migliore. Un giorno allora mi sono svegliato e ho detto: ma che fine hanno fatto però queste proposte? Perciò mi è venuta l’idea di fare un veloce controllo per verificare come stanno procedendo questi progetti. L’intervista si è rivelata una piacevole chiacchierata con i rappresentanti Filippo Di Stefano e Andrea Mastronicola. Un altro motivo che mi ha spinto a intervistare i rappresentanti è far avvicinare gli studenti alla vita scolastica il più possibile. Intendiamoci, non parlo della monotona e noiosa vita scolastica che viviamo ogni giorno dalle 8 alle 14, ma parlo di quella vita studentesca e adolescenziale che si vive all’interno della scuola, di tutte quelle belle cose che sono state fatte e che continueranno a essere fatte. Confrontandomi con i miei coetanei, spesso esce fuori sempre questa descrizione della scuola vista come un carcere, un campo di lavoro. Ebbene spero che, con questo articolo, sarò capace di trasmettere agli studenti la visione di scuola che i rappresentanti stanno cercando di realizzare con i loro progetti. L’intervista è durata più di 30 minuti, facendomi perdere la lezione sul comunismo platonico, maledetti; quindi è chiaro che qui sotto troverete solo i punti e le considerazioni più interessanti che sono usciti fuori nel corso dell’intervista. Ciancia alle bande, iniziamo.
L’anno scorso il progetto della “School cup” è andato molto bene, è stata raccolta molta affluenza. Per caso si sta già lavorando per l’edizione di quest’anno?
Filippo: Sì, sì, ci stiamo già lavorando. Il problema però è il campo perché attualmente stanno facendo i lavori quindi sarebbe da valutare la situazione. Al più presto cercherò di informarmi sulla fine dei lavori e, se riusciamo ad organizzarci con i tempi, si farà.
A inizio anno era partito un bel progetto sugli assorbenti nei bagni delle ragazze. Tuttavia, confrontandomi con alcune classi, è venuto fuori che questa cosa non sta più andando avanti. Come mai?
Filippo: Sì già a Novembre mi sono arrivati dei messaggi da delle ragazze che mi dicevano di aver finito gli assorbenti in bagno. Inizialmente questo progetto è stato finanziato da noi con molto piacere, però poi era stato fatto un accordo che, le classi, dovevano provvedere a rifornire i bagni del loro piano. Ovviamente ci deve essere comunicazione e collaborazione tra i rappresentanti e gli studenti.
Il progetto podcast pare che stia procedendo bene. È stata allestita l’aula con tutti gli attrezzi professionali, ecc. È già stata fatta qualche intervista? Filippo: Quest’anno siamo riusciti ad avere i fondi da parte della scuola. Attualmente stiamo ancora lavorando sul migliorare l’aula così da creare l’ambiente giusto per interviste ed episodi del podcast, un po’ come Muschio Selvaggio. Pensiamo di iniziare per Marzo. Inoltre cerchiamo di collaborare con il giornale “La gazzetta liceale” per invitare ospiti, anche di un certo calibro. Già esiste il podcast degli studenti, creato dal giornale scolastico, ma quello
rimane per le cose “di scuola” per così dire. Nulla toglie che se qualcuno del giornale mi chiede di voler intervistare qualcuno di importante con il podcast d’istituto, ovviamente la puntata la fa lui/lei.
Dalla lista PiùLiceoCeccano, era partita una bella iniziativa: allestire degli spazi all’aperto anche con tavolini e sedie. Si sta lavorando su questo? Filippo: Ti dirò di più: la richiesta è stata mossa dai professori e non da noi. È stata proposta inizialmente dagli insegnanti. Tuttavia, deve essere fatto il progetto e devono essere richiesti dei fondi. Non una cosa che si fa da poco perché, ovviamente, tutti gli acquisti che vengono fatti con i fondi sono controllati e quindi bisogna procedere con cautela. Andrea Mastronicola: Ricordiamo che la nostra scuola, rispetto alle altre della provincia, è molto molto più avanti su tante cose. Già con Langiu stiamo cercando di mettere una rastrelliera per le bici a scuola. Era un vecchio progetto che era stato scartato diverso tempo fa e quest’anno ho deciso di riproporlo. È sempre una cosa delicata perché vanno chiesti dei fondi importanti.
(Riferendomi ad Andrea M.) Nell’assemblea di presentazione dei candidati, avevi detto che avevi intenzione di portare avanti la proposta di far rimanere aperte le aule dopo scuola per permettere agli studenti di riunirsi e di studiare insieme anche dopo scuola.
Andrea: Sì diciamo che questo è un po’ un mio sogno ma che rimane tale purtroppo. Io mi sono candidato a rappresentante degli studenti proprio perché voglio creare una comunità, una comunità unita; che non viene a scuola solo per leggere, studiare e fare i compiti. Ma una comunità dove i singoli individui sanno che ci sono altre 700 persone che condividono i suoi interessi, delle situazioni piacevoli… Il mio scopo è far entrare gli studenti a scuola contenti. Anche se, come singola scuola, non possiamo pretendere di cambiare la società, magari già partendo da noi, altre scuole possono prendere esempio, diciamo “un’oasi in mezzo al deserto”. Il punto è sempre il fatto dei fondi, perché chiaramente questo punto che mi hai esposto arriva con delle spese.
Nel tuo discorso all’assemblea (Andrea) eri arrivato a impersonarti in Platone, Socrate, cioè eri diventato il padre della filosofia greca. In altre parole avevi fatto tutto un discorso di carattere morale che aveva colpito molti. Per farla breve, avevi proposto delle giornate a tema per sfuggire un po’ dalla realtà scolastica che quotidianamente ci logora. Già sono state fatte tipo la giornata di Carnevale, di San Valentino. Possiamo dire di esserci?
Assolutamente sì. Ti dirò di più: non è di certo finita qui. Diciamo che ci siamo iniziati a muovere un po’ tardi perché… Sarò brutalmente onesto: la situazione all’interno della scuola è molto delicata… Nel senso che alcuni professori stanno diventando sempre più “stretti” e quindi bisogna stare molto attenti. Io come rappresentante sarei molto egoista se me ne fregassi completamente di questa situazione. Sarei egoista se facessi solo i miei interessi per evitare di fare certe cose per non apparire in cattiva luce davanti ai professori. Io te lo dico francamente: non mi interessa. Per fare un esempio: il giorno di San Valentino ho preso insulti da professori, da gente che mi diceva “sto rimbambito con le ali…” “sto ebete che gira per le classi…” Io ti dirò che odio San Valentino, non sono per niente un tipo da San Valentino, però come rappresentante non posso permettermi di dirlo. San Valentino, ma come ogni festa d’altronde, è un piccolo momento per creare un po’ d’ilarità tra le classi, uno svago, uno sfogo per gli studenti.
Filippo: Esattamente così. Da rappresentante devi essere ambivalente, devi sempre cercare di mettere d’accordo entrambe le compagini, professori e studenti. Spesso arriviamo anche a fare i rappresentanti dei professori, magari ci capita di risolvere dei problemi che non ci
competono, ma comunque dobbiamo farlo perché siamo stati eletti. Noi lavoriamo per voi ricordatevelo.
Andrea: È anche stancante e frustrante perché comunque se ti viene in mente un’idea carina, come ho avuto io per San Valentino, stai pur certo che alcuni professori ti remeranno contro senza se e senza ma. A parte professori “importanti” che ti vanno contro, la giornata di San Valentino è stata un grande successo. C’è stata tantissima partecipazione da parte degli studenti e posso dire che, modestamente, sono stato quello che ha ricevuto più lettere di tutti.
Beh direi meritatissime. (nota della penna)
Senza dubbio seguiranno altre giornate del genere.
Offtopic, chiacchierata conclusiva.
Andrea: Una cosa che non ho mai sopportato è il termine “Rappresentante d’istituto”, io non rappresento l’istituto, io rappresento gli studenti. Io non sono stato votato né dai collaboratori, né dagli insegnanti e nemmeno dalla preside. Se un professore mi dice di fare qualcosa contro gli interessi di uno o più studenti, io dirò di no. Però comunque a scuola ci deve essere un ambiente sereno tra studenti e professori e quindi spesso mi trovo a fare degli accordi per quanto non mi piacciano.
Filippo: Anche perché spesso si crea questa sorta di opposizione, cioè se prendi gli applausi dagli studenti, non li prendi dai professori e se li prendi dai professori, non li prendi dagli studenti. Quindi ecco, il lavoro del rappresentante è tutto un lavoro di compromessi e accordi.
Andrea: Diciamo che spesso è proprio Filippo a frenare certi miei modi di agire, e fa bene. Io accelero e lui frena. E ci vuole un po’ questo rapporto così, forse è proprio per questo che lavoriamo così bene insieme, con molto equilibrio e serenità.
Bene. Abbiamo terminato, è stata una chiacchierata molto interessante e piacevole. Grazie mille per aver accettato di farvi intervistare.