La Gazzetta Liceale
GAFFE IN POLITICA: IL CLAMOROSO (E DIVERTENTE) SCONTRO TRA MELONI E DE LUCA
Vincenzo Malizia
Ormai ci sto prendendo la mano: il prossimo passo sarà inaugurare uno spettacolo tutto mio di stand-up comedy sulla politica. Tuttavia penso che Giorgia Meloni mi darà filo da torcere… (vedere ultimo comizio in Sardegna). Magari la prima data del mio tour sarà alla sagra del caciocavallo podolico, vediamo come andrà.
Comunque, oggi non parlerò né della sagra del caciocavallo podolico né degli spettacoli comici in Sardegna. In questo articolo parlerò del clamoroso, e divertente, scontro che c’è stato tra il governatore della Campania Vincenzo De Luca (PD) e il presidente del consiglio Giorgia Meloni (FDI). Per chi non conoscesse già i fatti, ecco una breve introduzione: il governatore campano si trovava a Roma per protestare con altri 700 sindaci e assessori del sud. De Luca e i sindaci protestavano contro la legge sull’autonomia differenziata, approvata poco tempo fa in Parlamento. Legge che, secondo le opposizioni, creerebbe molta più disuguaglianza tra le regioni del nord e le regioni del sud. Il corteo di sindaci, guidato proprio dal governatore, ha marciato direttamente verso palazzo Chigi. La protesta si è tradotta in una manifestazione di uomini di Stato seri e pacati. Infatti De Luca urlava contro la polizia cose del tipo: “Per toglierci da qui dovete caricarci! Dovete ucciderci!”. Per intenderci possiamo dire che c’è meno casino in un’assemblea d'istituto. La Meloni, proprio per affrontare il problema in maniera costruttiva e seria, non si è fatta trovare. Infatti il presidente del consiglio si trovava in Calabria. Una grande strategia quella di De Luca di organizzare una protesta quando non gli può rispondere nessuno. Geniale! La risposta della Meloni non si è fatta attendere. Ha risposto così: “Invece di protestare, che vadano a lavorare”. Allora De Luca, non sapendo di essere ripreso, ha controbattuto in punta di fioretto, fornendo una risposta efficace e raffinata: “Centinaia di sindaci qui a protestare e lei ‘Lavora’, lavora tu, st****a”. Dopo essere venuto a conoscenza della ripresa nascosta ha commentato: “Se avessi saputo che mi stavano riprendendo, per una questione di educazione l’avrei detto guardando in camera” (no, non è vero non l’ha mai detto, ma sarebbe stato molto divertente).
Lo scontro tragi-comico non si è di certo fermato qui. Possiamo dire che il punto più alto della disputa tra la Meloni e De Luca è stato raggiunto con il presidente del consiglio ospite da Bruno Vespa. Durante la puntata di Porta a Porta la Meloni ha dichiarato: “In Campania i soldi del fondo per la coesione vengono spesi in altri modi, io ne ho trovati alcuni molto interessanti”. E chissà mai quali saranno questi modi interessanti con i quali le regioni del sud buttano i soldi. Non so, magari li hanno usati per pagare la mafia? Ah no, quello era Berlusconi. Vabbè ma allora, per quali attività losche avranno mai usato questi soldi? Giorgia Meloni risponde così: “La sagra del fagiolo e della patata, la sagra dello scazzatiello, la rassegna della zampogna, la sagra del cecatiello e la sagra del caciocavallo podolico”. Nessuno avrebbe mai pensato che le regioni usassero dei soldi per organizzare delle pericolose sagre di paese, una cosa veramente senza precedenti che copre di vergogna Vincenzo De Luca. Finalmente abbiamo risolto il problema della disuguaglianza tra le regioni che dilaga nel nostro paese sin dall’unità d’Italia. E io, fesso, che pensavo fosse più opportuno fare più investimenti o, ancora meglio, sbloccare i 6 miliardi del fondo per la coesione e lo sviluppo destinati alla Campania. Ma chi vogliamo prendere in giro, i problemi si risolvono così: incolpando le feste di paese e la mala gestione di fondi mai ricevuti.
Ebbene anche oggi abbiamo imparato una lezione fondamentale: anche se la tua regione si trova in condizioni disastrose, non finanziare le feste di paese. Magari cambia qualcosa.