La Gazzetta Liceale
Nessuno ama le donne femminili, neanche le donne stesse: il fenomeno del "non sono come le altre"
Alessia Ramandi
In molti film adolescenziali è comune vedere almeno un personaggio che incarni la classica donna ultra-femminile viziata e snob spesso utilizzata per far sì che lo spettatore simpatizzi per la ragazza "maschiaccio" in primo piano. Due esempi evidenti di questo tipo di personaggio sono Regina George (dal film "Mean Girls") e Sharpey Evans (dalla trilogia "High School Musical").
Ma la ragazza femminile, stupida e infantile si trova anche nei film precedenti ai primi anni 2000: basti pensare a Marilyn Monroe e all'immaginario comune della "bionda stupida". Questo stereotipo si è affermato soprattutto dopo l'uscita del film "gli uomini preferiscono le bionde" (1953) e la comparsa di Lorelei Lee, personaggio interpretato proprio dalla Monroe. L'idea della bionda ignorante è stato accentuato ancora di più nella traduzione italiana del film "facciamo l'amore" (1960): infatti, se nella versione inglese la protagonista studia per prendere il diploma, in quella italiana studia per finire le elementari.
Questi tipi di personaggi non fanno altro che aumentare la sessualizzazione della donna da parte del pubblico maschile e l'odio del resto del genere femminile. Queste donne-bambine vengono spesso considerate i "perfetti oggetti sessuali" proprio a causa della loro remissività e influenzabilità e, per via della forte acclamazione dal pubblico maschile, attirano su di loro l'odio del genere femminile, che si sente minacciato e impotente di fronte a questo fenomeno.
Il motivo per cui secondo molti le "giuste" femministe non dovrebbero né indossare il rosa, né amare la moda, né truccarsi è da cercare proprio nel dipinto tradizionale della donna. Durante la seconda ondata del femminismo avvenne la scissione definitiva del femminismo dalla femminilità: per essere ascoltate e prese in considerazione, molte donne condannarono tutti gli elementi che le rendevano "femminili" agli occhi degli uomini, tra cui anche il rosa, il make up e i tacchi, a favore di elementi più "maschili".
Ma il colore rosa è davvero così spaventoso? No, sono spaventose le costruzioni sociali che gli ruotano attorno e, proprio per questo motivo, è necessario estirpare gli stereotipi e non condannare il colore, le gonne e i tacchi alti. Negli ultimi anni parte del mondo del cinema (e non) si sta mobilitando per sdoganare lo stereotipo della ragazza "stupida, bionda e amante del rosa" che, purtroppo, è ancora radicata nella nostra società. Degli esempi sono "la rivincita delle bionde"(2001), nel quale Elle Woods, una ragazza bionda appassionata di moda, frequenta la facoltà di legge di Harvard perché "What? Like it's hard?", e il più recente "Barbie" (2023), un vero e proprio manifesto della solidarietà femminile.
Concludo citando una frase di Marilyn Monroe, appassionata lettrice e donna generosa, oltre che attrice bellissima e di successo: "se ti capita di avere i capelli biondi, sei considerata stupida. Io non so perché accada. Penso che sia una concezione molto limitata".