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La Gazzetta Liceale

FILM BARBIE

Bayemi Blanche e Angelica Navarra

Per iniziare questa rubrica, è inevitabile parlare del film che ha catturato l’attenzione di tutti nel bene o nel male - per quasi l’intera metà del 2023. Ed è con questa premessa che vogliamo parlarvi di Barbie, il quale il 21 Luglio ha compiuto il suo esordio in tutte le sale cinematografiche italiane. Il film, diretto da Greta Gerwig, ha ricevuto subito un enorme successo, dovuto in parte alla lunga e curata campagna pubblicitaria che lo ha preceduto, arrivando a incassare più di 20 milioni di euro solo in Italia. Barbie ha inizio nella sfavillante società matriarcale Barbieland, dove lei e tutte le altre barbie vivono delle vite da sogno, piene di successi e soddisfazioni, ricoprendo carriere di altissimo prestigio. D’altra parte le loro controparti, i Ken, passano il loro tempo in spiaggia, trascorrendo una bella giornata solo quando la vive anche Barbie. La quotidianità rosa e impeccabile di Barbie, viene sconvolta quando quest’ultima inizia ad avere pensieri ‘’umani’’, come quello sulla morte. Da qui il film diventa un’altalena di emozioni, regalando alle sue spettatrici - e spettatori - un nuovo modo di vedere la femminilità. Ma Barbie non è solo un film o ‘’una bambola di plastica con grandi tette’’, come afferma goliardicamente il comico statunitense Jo Koy. Barbie è una manifesto femminista che critica in maniera sottile - ma non troppo - i comportamenti sessisti adottati dagli uomini e gli stereotipi e pressioni sociali alle quali le donne, qualsiasi cosa facciano, sono costantemente sottoposte. Le battute geniali e il toccante monologo recitato dalla bravissima attrice di Barbie America Ferrera, trasmettono benissimo questo messaggio, e difatti riesce a riportare sulla retta via tutte le barbie indottrinate dal sistema patriarcale scoperto da Ken dopo aver assaporato la società umana.

Greta Gerwig è riuscita a bilanciare perfettamente frivolezza e serietà, trasformando un giocattolo destinato a minare l’autostima femminile in un simbolo di impegno femminista e critica sociale.
Fra i vari temi affrontati dall’autrice di questo colossal, il rapporto tra i sessi è uno dei predominanti e di sicuro quello che ha reso questo film, ciò che è. Il suo scandagliare in tutto ciò che per noi è normalità, mediante un “giocattolo” prediletto ormai dal 1959, ha mostrato come un oggetto così “banale” e “infantile” potesse mostrare in realtà, aspetti fin’ora non trattati con sufficiente importanza e consapevolezza. G.Gerwing, secondo molti, è riuscita in modo impeccabile, a toccare un punto fondamentale per ogni ragazza, ovvero il passaggio da bambina a donna; Barbieland infatti rappresenterebbe come si ci sente nell’infanzia: ovvero al sicuro, con quell’ingenuità che contraddistingue ogni bambino e dove tutto appare perfetto, mentre al contrario, il mondo reale rappresenterebbe la femminilità nella sua piena conoscenza: dove si prova timore dinanzi a nuove sfide e si affronta il dolore, sottostando alle irrealistiche aspettative della società in cui viviamo e in cui pare non si abbia avuto mai veramente voce in capitolo. Quantunque il suo sproporzionato successo, alcuni spettatori si sono espressi contrariamente al trattamento riservato ai Ken, senza però comprendere il punto focale della trama cioè che: a nessuno piace essere al di sotto di qualcun’altro. Un fatto sul quale vorrei portare la vostra attenzione, è che anche quando i Ken non erano "uguali" alle Barbie in Barbieland, erano comunque al sicuro, fatto che se ci pensate, riflette a specchio la nostra realtà, nella quale non hanno mai dovuto temere nessuno; diversamente, quando il patriarcato entra a far parte della "quotidianità" di Barbieland, e i Ken prendono il potere, riducendo a ruolo di serve le Barbies, questi gli danno una funzione puramente oggettiva. Ma è proprio questo il punto, a causa della visione instaurata nella nostra società, ci siamo sempre curati di più dell’apparenza di Barbie, invece del messaggio originale del film, ovvero che “si può essere tutto ciò che si vuole”. Quindi forse è arrivato il

momento di cercare sul serio di vedere il mondo diversamente, resettare le nostre “convinzioni” e scavare più a fondo in noi stessi tenendo sempre, non solo gli occhi, ma anche la mente aperta per comprendere che il mondo è grande, e quindi la nostra percezione e la nostra consapevolezza devono cercare di equipararlo.

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