La Gazzetta Liceale
LA VIOLENZA DI GENERE
Greta Bovieri, Annalisa Bartoli
Sono circa 150 i femminicidi annui in Italia su un totale di 600 omicidi, se non di più, negli ultimi 4 anni. I femminicidi sono gesti di estrema violenza che sottendono una realtà complessa di opposizione, di disuguaglianza, di abusi, di violenza e di violazione dei diritti delle donne. C’è una distinzione tra femminicidio e femmicidio. Il femmicidio è un termine criminologico introdotto per indicare le uccisioni delle donne da parte degli uomini per il fatto di essere donna. Questo tipo di omicidio rappresenta un problema sociale che attiene alla dimensione dell’ oppressione e della disuguaglianza tra uomini e donne, rilevando la complessa relazione tra violenza e discriminazione sessuale. Perciò parlare oggi di femminicidio significherebbe parlare di una questione legata alla nozione di genere, poiché si tratterebbe di un omicidio verso una donna in quanto tale. Con il termine femminicidio, invece, evidenziamo gli aspetti sociologici della violenza e le implicazioni politico-sociali del fenomeno. Individua una responsabilità nel persistere, ancora oggi, di un modello
socio-culturale patriarcale in cui la donna occupa una posizione di subordinazione, divenendo soggetto discriminabile, violabile ed “uccidibile”. Nel nostro paese i femminicidi sono sempre più frequenti, basta pensare che nonostante il nuovo anno sia iniziato da pochi giorni, abbiamo già avuto il primo caso di femminicidio. Ma andiamo a vedere cosa dicono in merito leggi: la legge italiana, non facendo distinzione di genere, non aggrava il semplice
omicidio di una donna. Bensì, sono presenti delle norme, come i decreti legge del 14 agosto 2013 e del 15 ottobre del medesimo anno, che considerano come aggravante il fatto che la vittima, una donna in caso in femminicidio, avesse avuto una rapporto affettivo o familiare con il carnefice. Ma la violenza non è tale solamente quando si arriva al gesto estremo, ma ci sono tante situazioni antecedenti che sono passabili di denuncia. Ad esempio la violenza persecutoria, ovvero lo stalking, la violenza sessuale, la violenza fisica, la violenza psicologica e la violenza economica. Tutte queste situazioni possono essere aggravate da vari fattori, come lo stato di gravidanza o la minore età, specialmente quando si è sotto l’età del consenso. Le aggravanti sono state nominate, ma le attenuanti? Verrebbe da dire che in questi specifici casi le attenuanti non sono presenti, ed è così. Generalmente quando si
tratta di omicidio, si considera come attenuante la mancata intenzionalità del reato (omicidio colposo, incendio colposo etc), ma considerando il femminicidio ciò non è possibile. Questo
perché il termine femminicidio non indica semplicemente l’uccisione di una donna, ma, come abbiamo precedentemente illustrato, si tratta dell’uccisione di una donna con la quale si
aveva un rapporto di parentela o affettività. Quindi, quando si parla di femminicidio, si possono illustrare diversi casi. Il più comune è quello del marito che uccide la moglie, immaginiamo per gelosia. Come può, un omicidio simile, essere colposo? L’unico caso in cui
il colpevole può avere uno sconto di pena, lo si ha quando ad averlo commesso è un minorenne, situazione possibile ma sicuramente facente parte della minoranza dei casi. Il
minore è punibile a livello penale se ha almeno 14 anni, anche se in casi simili i minori infra quattordicenni possono subire degli allontanamenti dalla società se vengono ritenuti pericolosi, ma ha diritto a ciò che in gergo chiameremmo “il beneficio del dubbio”. Questo perché nel processo del minore, si è obbligati a verificare la capacità di intendere e di volere per mezzo di specialisti, e, nel caso in cui essa venga confermata, vi è il diritto allo sconto di
pena. I minori di 14 e 15 anni hanno il diritto, nella generalità dei casi, a uno sconto della pena pari a due terzi, mentre lo sconto scende a un solo terzo per i minorenni con un’età pari a 16 o 17 anni. Quindi, riassumendo, gli unici casi in cui un femminicida potrebbe svignarsela o cavarsela con poco, sono quando viene riconosciuta l’infermità mentale, totale o parziale, oppure quando non ha raggiunto l’età adulta.